lunedì 7 maggio 2012

Il Vangelo di Matteo: caratteristiche

L'Evangelista Matteo prima della sua conversione a Cristo, era un ebreo esattore delle imposte. Si occupava di riscuotere i tributi per conto di Roma, nel periodo della sua dominazione sulla Palestina. Considerato un traditore e peccatore dal suo popolo, il quale essendo di diretto possesso di Dio, unico suo Re e Signore, non riconosceva altra autorità, egli era tenuto a distanza e solo dopo l'incontro con Gesù al suo banco delle imposte, davanti allo sguardo profondo del Signore, comprende di essere conosciuto profondamente e realizza nella Sua persona  il Messia atteso da Israele, per cui alla richiesta del Signore di lasciare tutto e seguirlo, egli prontamente lo segue e abbandona l'uomo vecchio per diventare discepolo e apostolo di Gesù. Matteo mostra Gesù come Colui che viene a realizzare la promessa dei profeti, quel figlio di Dio fatto uomo che nella Sua persona viene a confermare definitavamente la Legge di Mosè perfezionandola nell'amore e rinnovandola nel discorso delle Beatitudini (il discorso della montagna), e completandola nel Sacrificio estremo della Croce e nella Risurrezione. Gesù è quindi nel Vangelo di Matteo il novello Mosè che promulga la nuova Legge portando a compimento quella data sul Sinai. Con questa premessa ora il nuovo Israele non è più solo il popolo di Mosè, ma è la Chiesa, il nuovo popolo eletto nella fede e nella persona di Cristo Gesù. Pertanto il suo vangelo è diretto agli ebrei per invitarli a far parte di quel Regno promesso ai profeti e che Dio è venuto a compiere e realizzare per mezzo di Gesù.
Matteo è simboleggiato da un uomo alato,  (un volto angelico o umano) proprio perchè egli inizia il suo vangelo con la genealogia umana di Gesù, il Dio incarnato.

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