domenica 14 ottobre 2012

Chiamata dei primi quattro discepoli, Mt. 4,18-22

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare perché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

Riflettiamo su cio' che Gesù in ogni parola e riga vuole dirci:
il Tuo Spirito Signore sia su di noi e in noi affinchè la Tua luce ci faccia comprendere nella Tua Parola la Tua Volontà su di noi.
Nel leggere questo brano di Matteo, la nostra attenzione viene colpita da alcune parti. Potremmo chiamarli punti salienti, in cui Gesù vuole condurci. Sembra quel "mentre" che la scelta dei primi due discepoli, futuri apostoli, sia casuale per Gesù, in realtà niente nella nostra vita di uomini succede per caso, il caso non esiste, è frutto della mancanza di fede, tutto cio' che ci circonda e accade, avviene solo perchè Dio lo permette e nella Sua onniscienza tutto Gli è presente e tutto Dio conosce dell'Eternità. Pertanto, Gesù ben sapeva in chi si sarebbe imbattuto, perchè la Sua Volontà era l'incamminarsi verso di loro, il chiamare a Sè nella vocazione i primi sacerdoti della chiesa, di cui Egli conosceva bene i cuori, i talenti, i pregi e i difetti, ma senz'altro la semplicità e la genuinità. Ecco il primo in cui Gesù si imbatte è Pietro, qui Matteo lo mette in evidenza, quasi a sottolineare il primato che Pietro avrebbe ricevuto da Cristo come capo della Chiesa. E con lui, Andrea suo fratello, il quale era seguace del Battista insieme all'amico Giovanni, pertanto nel cuore già attendeva il Messia che il precursore veniva a raccomandare alle anime che si facevano battezzare al Giordano. Ebbene Gesù li trova intenti nel loro lavoro di pescatori, e li chiama sè dicendo loro: Seguitemi e vi faro' pescatori di uomini! E' da notare quel Seguitemi che nella nostra lingua indica un imperativo, cioè un comando. In realtà non è tanto un obbligo di fare qualcosa a cui Gesù vuol portarci a riflettere, ma la NECESSITA' INDISCUTIBILE PER L'UOMO DI SEGUIRLO, di accoglierlo e di camminare dietro a Lui, proprio perchè non c'è niente per l'uomo di così vitale e importante per la propria vita da anteporlo davanti a Gesù. Egli è tutto cio' di cui abbiamo bisogno per essere felici e vivere nella gioia. Davanti alla chiamata di Gesù che invita a seguirlo ma senza indugio, come reagiscono Pietro e Andrea? E' sbalorditivo constatare come i due fratelli senza alcun tentennamento, quasi fossero pronti a questo da sempre, lasciano tutto e lo seguono.....in questa risposta di Pietro e Andrea alla vocazione a cui Gesù li chiama vi è tutto un mondo di significato: i cuori dei due uomini erano umili, semplici, proprio delle persone che vivendo una vita povera e semplice, non avevano alcun idolo nel cuore, nè erano schiavi di passioni o avidi di alcunchè, percio' la loro anima era leggera come quella dei bambini, che sanno nella loro purezza comprendere la chiamata di chi li ama e riconoscendone la voce si abbandonano fiduciosi. In più nella figura dei due fratelli vi è quella gioiosa scoperta di Dio, che avviene per ogni uomo all'incontro di Cristo nella propria vita. Perchè nella Sua giustizia, nei tempi giusti e con i mezzi che solo Egli puo' mettere in campo, Dio raggiunge ogni uomo nella sua libertà, affinchè lo possa conoscere e nel Figlio avere la conoscenza della salvezza. La chiamata è per tutti e a tutti in un modo o nell'altro è dato di incontrare la Verità che è Gesù fatto uomo. Cosa dunque fa la differenza in questo incontro speciale che a tutti viene dato nella vita almeno una volta? La risposta dell'uomo. Il libero arbitrio della creatura a quell'invito pieno di amore che Gesù fa per guarire e salvare la sua anima dai lacci e dalla schiavitù del male e del peccato di cui il mondo è saturo. Questo libero arbitrio è quella libertà che Dio da all'uomo di amarLo o meno, di accettarLo nella sua vita o meno, di scegliere tra il Suo Amore o il nulla che lo circonda, perchè non dimentichiamolo che tutto cio' che esiste è frutto della mano del Creatore, tempo, vita, provvidenza, tutto viene da Dio, percio' al di fuori di Colui che è tutto e da cui tutto proviene, non vi è che il nulla. Ecco perchè Gesù ci invita con amore ma con convinzione: vieni e seguimi! dopo Pietro e Andrea, Gesù chiama a sè anche Giacomo e Giovanni, i quali erano occupati col loro padre Zebedeo a rassettare le reti usate per la pesca. Anche questi due fratelli dal cuore umile, riconobbero in Gesù il Messia e non esitarono a lasciare tutto, anche il loro padre, per seguirlo. Qui dobbiamo precisare una cosa: a taluni potrebbe parere ingiusto che Gesù chieda di lasciare anche gli affetti per seguirlo. La famiglia ed è giusto pensarlo, è il nostro primo nucleo di provenienza, è la nostra radice e la nostra forza, è il tesoro più grande che un uomo possegga in terra ed è così santo questo amore e legame che Dio stesso lo ha benedetto per dare alla Sua creatura la sua somiglianza anche nell'amore trinitario. La famiglia è il primo focolare dell'amore divino. Ma sebbene necessario all'uomo questo amore e legame, come le cose più sacre e sante, anche queste vengono dopo Dio, perchè nulla puo' essere anteposto all'amore di Dio. Egli è il centro, l'origine, il fine, lo strumento e la meta di ogni cosa esistente. Ecco perchè Gesù invita se necessario a lasciare tutto e a seguirlo. La chiamata alla vocazione religiosa è qualcosa a cui Dio chiama per potersi fare tutto in tutti e coloro che sono scelti da Gesù sono come i discepoli anime capaci di ascoltare e servire più che altre, per l'umiltà e la semplicità del cuore. La chiamata di Gesù è un'elezione di grandissima dignità e di una regalità che solo in cielo saremo in grado di capire appieno. Gesù chiama talora alcuni suoi figli perchè divengano nel mondo alter Christi, capaci di donare la vita per la salvezza delle anime che Dio affida alle loro cure di pastori. E sapendo quanto Dio ama ogni singola anima dal prezzo pagato per riscattarle sulla croce, possiamo renderci conto dell'amore di predilezione e della fiducia data a tali anime e della regalità del compito a cui sono chiamate.
Percio' abbiamo il dovere di pregare per i nostri sacerdoti perchè siano sempre più l'immagine autentica di Cristo in terra, veri pastori fedeli, capaci di donare la propria vita per amore a Dio e ai fratelli, e di chiedere a Dio il dono delle vocazioni perchè il mondo non rimanga senza Colui che è il Pane quotidiano necessario alle nostre vite.
Sia Lodato Gesù Cristo!

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